JACOPO DA LENTINI
JACOPO DA LENTINI
A Jacopo da Lentini, forse il più significativo, originale e fecondo dei poeti della Scuola Siciliana, si devono le iniziative tecniche e letterarie più importanti. Il suo nome è legato, oltre che a forme di poesia dialogata, alla creazione di uno dei più importanti componimenti poetici della lirica europea di tutti i tempi: il sonetto.
Dante lo definisce il precursore del Dolce Stil Novo, di cui egli stesso sarebbe divenuto il più illustre rappresentante.
I versi del Lentini, pur imbevuti di manierismo cortese, sono pieni di ampiezza espressiva e tematica e nelle liriche amorose esprimono ardore e spontaneità.
Ecco le ultime due terzine di un suo famoso sonetto:
Chi vide mai così begli occhi in viso
né si amorosi fari li sembianti,
né bocca con cotanto dolce riso?
Quand’eo li parlo, moroli davanti:
e paremi ch’i vada in Paradiso,
e tegnomi sovrano d’ogn’amanti.
Ed ancora il noto:
Io m’aggio posto...
Io m'aggio posto in core a Dio servire,
com' io ' potesse gire in paradiso,
al santo loco ch'aggio audito dire,
u' si mantien sollazzo, gioco e riso.
Sanza mia donna non li voria gire,
quella c'ha blonda testa e claro viso,
ché sanza lei non poteria gaudere,
estando da la mia donna diviso.
Ma no lo dico a tale intendimento,
perch'io peccato ci volesse fare;
se non veder lo suo bel portamento,
e lo bel viso e '1 morbído a sguardare:
ché lo mi teria in gran consolamento,
veggendo la mia donna in ghiora stare.
Il vagheggiamento dell’immagine della donna amata è mirabilmente cantato nei versi di "Meravigliosamente".
Meravigliosamente
(stanza I vv. 1-9)
Meravigliosamente
un amor mi distringe
e mi tiene ad ogn’ora.
Com’om che pone mente
in altro exemplo pinge
la simile pintura,
così, bella, facc’eo,
che’nfra lo core meo
porto la tua figura.
(stanza VII vv. 55- 63)
Canzonetta novella,
va’ canta nova cosa;
lèvati da maitino
davanti a la più bella,
fiore d’ogni amorosa,
bionda più c’auro fino:
"Lo vostro amor, ch’è caro,
donatelo al Notaro
ch’è nato da Lentino.
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