I Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni in Gerusalemme

I Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni in Gerusalemme
 
L’Ordine Ospitaliero di San Giovanni è certamente il più antico tra gli ordini equestri nati nel medioevo. La  sua nascita risale agli anni intorno al 1050, in quegli anni alcuni mercanti dell'antica repubblica marinara di Amalfi ottennero dal Califfo d'Egitto il permesso per costruire a Gerusalemme una chiesa, un convento e un ospedale nel quale assistere i pellegrini di ogni fede o razza, quando, in Terrasanta, i cristiani ed i musulmani si tolleravano. Quella chiesa fu dedicata a San Giovanni Battista, e lì nacque una comunità monastica[1] “l'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme” – che si dedicava alla gestione dell'ospedale per l'assistenza dei pellegrini in Terra Santa - che divenne indipendente sotto la guida di frà Gerardo Sasso[2] primo gran maestro (successivamente proclamato Beato). 
Con la conquista di Gerusalemme nel 1099 e con la costituzione del Regno di Gerusalemme ad opera dei crociati in Terrasanta, cominciano ad affluire sempre più numerosi i pellegrini da tutto il mondo cristiano. 
Ma i musulmani non si rassegnano alla sconfitta e cercano ripetutamente di riconquistare la Palestina e l'Ordine si vide costretto ad assumere la difesa militare dei malati, dei pellegrini e dei territori sottratti dai Crociati ai Musulmani.  
Ritratto del beato Fra' Gerardo Sasso (+ 3 Settembre 1120).
 
Il 15 febbraio del 1113 i "Giovanniti", vennero riconosciuti da papa Pasquale II[3] come un vero e proprio Ordine religioso. 
Nel 1120 frà Raimondo de Puy[4] succede a Gerardo, da una svolta all’organizzazione della fraternitas dei Giovanniti accentuandone l’aspetto militare per difendere con le armi i pellegrini e i malati. Sulle strade che portano a Gerusalemme sorge una fitta rete di ospedali e di fortezze che per circa due secoli saranno bersaglio di agguati, assedi e battaglie da parte dell’Islam. 
Tutti i Cavalieri erano religiosi, legati dai tre voti monastici, di Povertà, di Castità e d'Obbedienza, adottarono come insegna la croce amalfitana a otto punte che oltre a legarli alle loro origini simboleggiava le beatitudini della fede[5]. Lo stendardo era rosso, la croce bianca, i mantelli neri.
 
Due cavalieri dell'Ordine di san Giovanni
 
Gli Ospitalieri furono sempre a fianco dei vari sovrani che si succedettero nelle varie Crociate, ma anche negli stati europei i rapporti furono buoni. I rapporti tra l’Ordine di San Giovanni e Federico II furono subordinate allo stato dei rapporti tra Papato ed Impero e per questo furono irregolari perché spesso ci sono stati attriti tra l’imperatore ed il pontefice romano. 
Federico II, pur avendo favorito i rapporti con l’Ordine di Santa Maria dei Teutoni, non fu prevenuto nei confronti degli Ospitalieri e dei Templari. Tra il 1228 ed il 1229, quando era Gran Maestro dei Giovanniti Fra' Bertrand de Thessy[6], i castelli del regno di Sicilia erano sotto il controllo di due “maestri e provveditori dei castelli imperiali” erano un Ospitaliero ed un Templare. Nel 1226 però Federico II confiscò i beni dei Templari e degli Ospitalieri e nel corso della “crociata degli scomunicati” tra il 1227 ed il 1228, sia i Templari sia gli Ospitalieri obbedendo al papa mantennero le distanze da lui. Col tempo migliorarono i rapporti con gli Ospitalieri, rimasero tesi i rapporti con i Templari. Dopo le “Costituzioni di Melfi” i provveditori del sistema castellare del regno di Sicilia non furono più reclutati tra i membri dell’Ordini Ospitaliero, così fu per anche per i Templari. 
Gli avversari musulmani diedero loro l’appellativo di “uomini neri" per il grande impeto nelle battaglie. La loro fama assume proporzioni leggendarie al pari di quelle dei Templari. 
Nel 1187 nella caduta di Gerusalemme gli ospitalieri si sacrificheranno in massa per difenderne le mura, anche frà Ruggero des Moulins[7], gran maestro dell'Ordine, cadrà combattendo contro le orde di Saladino. 
Una volta perduta Gerusalemme i crociati[8] si ritirano nelle altre città del regno latino di Gerusalemme rimaste in loro mano: Antiochia, Tiro, Edessa, Giaffa, San Giovanni d'Acri. Ospitalieri, Teutonici e Templari presidiano la smisurata frontiera da inaccessibili castelli che dominano i principali punti del territorio. Nel 1271, la più leggendaria e possente di queste fortezze, il Krak[9] dei cavalieri, tenuta dagli ospitalieri cade in mano ai musulmani. La perdita della fortezza Krak e l'intero sterminio della guarnigione ospitaliera suscitarono panico e sgomento nella comunità cristiana. Inoltre, dall'Europa non giunsero soccorsi e i cavalieri cristiani furono lasciati da soli contro la morsa musulmana che andava stringendosi sempre di più.
In poco tempo caddero, Giaffa, Tripoli e la roccaforte di Margat. Poche centinaia di cavalieri ospitalieri, templari, teutonici si ritirano ad Acri per permettere alla popolazione superstite di imbarcarsi per l'Europa. Resistono per oltre un mese contro centosessantamila saraceni, fino a che non furono messi in salvo gli ultimi cristiani che popolavano Acri. Ormai ridotti a poche decine i cavalieri cristiani per l’estrema resistenza si raggrupparono su una torre, ma questa crollò a seguito di un violento attacco da parte dei musulmani. Il gran maestro degli ospitalieri frà Giovanni de Villiers[10], è tra i superstiti imbarcato sulle navi perché ferito. 
Nel 1291 De Villiers si reca a Cipro e lì porterà le sue insegne ed insedierà provvisoriamente l'Ordine di San Giovanni.
In pochi anni l'Ordine Ospitaliero si riorganizza ed è nuovamente pronto a riprendere la guerra contro l'Islam, questa volta sul mare. Nel 1310, sotto la guida del gran maestro frà Foulques de Villaret[11], l’Ordine conquista l'isola di Rodi dove si stabiliscono in forze, impossessandosi poi di altre numerose isole dell'Egeo[12]. Il loro nome cambia in Cavalieri di Rodi.  In questo periodo all’Ordine Ospitaliero passarono molti dei beni confiscati all’Ordine del Tempio, che ne frattempo era stato soppresso[13].
L'Ordine costruì una potente flotta e cominciò a solcare i mari orientali, impegnandosi a difendere la Cristianità in numerose e celebri battaglie tra cui le Crociate in Siria e in Egitto. L'Ordine è assimilabile ad una repubblica marinara al pari di Genova e Venezia. I membri dell'Ordine che giungevano a Rodi da ogni parte d'Europa e le istituzioni dell'Ordine in Europa si raggrupparono fin dall'inizio del quattordicesimo secolo secondo le loro lingue di origine.
Dapprima erano sette: Provenza, Alvernia, Francia, Italia, Aragona (Navarra), Inghilterra (con Scozia e Irlanda) e Alemagna. Nel 1492 Castiglia e Portogallo si separarono dalla Lingua d'Aragona, costituendo l'ottava Lingua. 
Ogni Lingua comprendeva i Priorati o Gran Priorati, i Baliaggi e le Commende. L'Ordine era governato dal Gran Maestro (Principe di Rodi) e dal Consiglio, batteva moneta e intratteneva rapporti diplomatici con gli altri Stati. Le altre cariche dell'Ordine venivano attribuite ai rappresentanti delle diverse Lingue: la sede dell'Ordine, il Convento, era composto da religiosi di varia nazionalità.
Nel 1522 Solimano II il Magnifico attacca l'isola con settecento navi e duecentomila uomini. 
I Cavalieri di Rodi sono solo trecento. Dopo sei mesi di assedio e di cruenti combattimenti i Cavalieri furono costretti ad arrendersi, abbandonando l'isola di Rodi con gli onori militari. 
I superstiti si dirigono verso Candia. Senza ricevere aiuti dai sovrani europei i cavalieri superstiti vagano tra Candia e la Sicilia, tra Civitavecchia e Marsiglia. Nel 1530, il Gran Maestro fra' Philippe de Villiers[14] prese possesso dell'isola di Malta, ceduta all'Ordine dall'Imperatore Carlo V con l'approvazione di Papa Clemente VII.
Fu stabilito che l'Ordine sarebbe rimasto neutrale nelle guerre tra nazioni cristiane.
Nel 1565 i Cavalieri, guidati dal Gran Maestro fra' Jean de la Vallette[15] (che dette il nome alla capitale dell'isola di Malta, Valletta), difesero l'isola dall'attacco e dal Grande Assedio Turco (durato oltre tre mesi). La flotta dell'Ordine, considerata una delle più potenti del Mediterraneo, contribuì alla distruzione definitiva della potenza navale degli Ottomani nella battaglia di Lepanto del 1571. L’isola di Malta divenne una base inattaccabile solamente Napoleone Bonaparte nel 1798, impegnato nella campagna d'Egitto, riuscirà ad espugnarla e a impadronirsi di tutti i beni dell'Ordine. Ciò fu possibile perché i Cavalieri, a causa della Regola dell'Ordine, non poterono alzare le armi contro altri cristiani. Nel 1800 gli Inglesi occuparono Malta ma, malgrado fossero riconosciuti i diritti sovrani dell'Ordine su Malta con il Trattato di Amiens (1802), l'Ordine non è mai potuto ritornare a Malta. 
Dopo essersi trasferito temporaneamente a Messina, a Catania e a Ferrara, nel 1834 l'Ordine si stabilì a Roma dove possiede, garantiti da extraterritorialità, il Palazzo di Malta, in Via Condotti 68, e la Villa sull'Aventino. Da allora la finalità originaria dell'assistenza ospedaliera divenne l'attività principale dell'Ordine, che si intensificò nel corso dell'ultimo secolo, grazie al contributo delle attività dei Gran Priorati e delle Associazioni presenti nei diversi paesi del mondo. 
Le attività ospedaliere e caritative furono svolte su larga scala durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale sotto il Gran Maestro fra' Ludovico Chigi della Rovere Albani e ancor più intensificate sotto il Gran Maestro fra' Angelo de Mojana di Cologna (1962-1988), successore del quale è l'attuale Gran Maestro Gran Maestro fra' Andrew Bertie[16]. Attualmente il nome dell’Ordine è Sovrano Militare Ordine di Malta.
Note:
1] La prima comunità religiosa che si ispira alla Regola benedettina. I monaci hanno come patrono san Giovanni Battista (da qui il nome di "Giovanniti").
Il fondatore, Mauro di Pantaleone, che aveva costituito un'istituzione dello stesso genere anche ad Antiochia, morì nel 1071; fu sostenuto dal punto di vista finanziario dalla comunità amalfitana. Questo ospedale-albergo si trovava nel quartiere del Muristan, tra la via del bazar e il Santo Sepolcro..
2] Frà Gerardo Sasso fu il primo gran maestro dell’Ordine (1108-1120)
3] Il 15 febbraio del 1113, con una bolla, papa Pasquale II, approvò la fondazione dell'Ospedale e lo pose sotto la tutela della Santa Sede, con diritto di eleggere liberamente i suoi capi, senza interferenza delle altre autorità laiche e religiose. In virtù di tale bolla l'Ospedale e l’Ordine divennero indipendenti dalla Chiesa.
4] Frà Raimondo de Puy, secondo Gran Maestro (1120- c. 1158/60)
5] Ognuna delle otto punte della croce simboleggiava una beatitudine evangelica.
6] Fra' Bertrand de Thessy, quindicesimo Gran Maestro (c. 1228 – 1231)
7] Frà Ruggero des Moulins, francese, fu l’ottavo gran Maestro degli Ospitalieri (1177-1187)
8] Tra questi crociati vi erano: Giovanniti, Templari e Teutonici.
9] Il Krak era stato edificato sterrando intere montagne, abbattendo templi trasformandoli in cave di pietra.
10] Frà Giovanni de Villiers, Francese, è il ventiduesimo Gran Maestro (1284/5-1293/4).
11] Frà Foulques de Villaret, venticinquesimo Gran Maestro (1305-1319).
12] Con la consulenza del genovese Vignolo dé Vignoli, che aveva pianificato un progetto per la conquista di Rodi, gli Ospitalieri oltre a Rodi si impossessano di Lero, Kos, Nisiro, Calchi ed altre isole dell’Egeo.
13] Papa Clemente V, sotto la pressione di Filippo IV re di Francia, il 22 marzo del 1312, con la bolla Vox in excelsio decretò la soppressione dell’Ordine.
14] Frà Giovanni de Villiers, quarantaquattresimo Gran Maestro (1521-1534)
15] Frà Jean de la Vallette, quarantanovesimo Gran Maestro (1557-1568)
16] Fra' Andrew Willoughby Ninian Bertie, settantottesimo Gran Maestro dal 1988.
 
Bibliografia:
  • R. HIESTAND, Die Anfiinge der Johanniter, in Die Geistliehen Ritterorden Europas, Sigmaringen 1980, p. 35.
  • Franco Cardini, Le Crociate – la Storia oltre il mito, Medioevo Dossier, De Agostani - Rizzoli Periodici, n° 2/1999.
  • Franco Cardini, Gli Ordini Cavallereschi – una grande epopea che ha origine in Terrasanta, Medioevo Dossier, De Agostani - Rizzoli Periodici, n° 3/2000.
  • Franco Cardini, Europa ed Islam, Laterza, Roma – Bari 2000.
  • Franco Cuomo, GLI ORDINI CAVALLERESCHI – NEL MITO E NELLA STORIA DI OGNI PAESE, editore Universale Storica Newton, gennaio 2004.
Copyright © Alberto Gentile