Intrigo a corte: anzi, nel sarcofago!
Intrigo a corte: anzi, nel sarcofago!
Quando nell’autunno del 1994, nella cripta del duomo di Andria, furono aperti i cofani che, secondo alcune fonti medievali, avrebbero dovuto contenere i resti mortali di Jolanda di Brienne e di Isabella d'Inghilterra — seconda e terza moglie di Federico II di Svevia — lo stupore fu grande. (vedi: le quattro mogli di Federico II)
In mezzo a tanta polvere, stracci, grovigli di ossa… la conta dei corpi non finiva più: alla fine, ne furono rinvenuti complessivamente nove!
- In un sepolcro c'erano cinque salme: due maschi, una femmina e due di sesso incerto.
- Nell'altro quattro salme: due maschi e due femmine.
Che cosa era successo?
Nel XIII secolo non c’era come oggi l’affollamento nei cimiteri urbani che costringe a ricercare espedienti per accogliere tutti gli ospiti. Ma anche allora in uno stesso sarcofago erano unite qualche volta più sepolture: un principe con il figlio, la zia con la nipote… Meno probabile, si può pensare con un pizzico di malizia, il marito con la moglie.
Un modo come un altro per rompere la monotonia degli spazi siderali? Con maggior probabilità un migliore utilizzo dei loculi nelle basiliche più elitarie ed ambite. Questa volta però sono stati davvero superati i limiti!
All’inizio di questo secolo le tecniche per riconoscere e datare le salme erano ancora molto lacunose — chissà che cosa ci riserva il prossimo futuro! — ed il risultato fu solo quello di soddisfare una curiosità, mettendo scompiglio fra tanti ignari personaggi, che non avevano possibilità di difendersi. Maggiori approfondimenti erano forzatamente rinviati.
Si è giunti così al 1992 quando un’équipe del Professor Gino Fornaciari — docente presso la divisione di Anatomia Patologica, sezione di Paleopatologia, dell'università di Pisa, e prezioso collaboratore del nostro sito — ha riaperto le tombe con possibilità concrete di poter raggiungere conclusioni interessanti.
Dal sopralluogo è emerso in sintesi quanto segue:
- a donna ritrovata nella prima tomba, che è stata immediatamente battezzata con il nome A4 (orribile! ma fa parte delle consuetudini della ricerca scientifica) è morta ad un'età compresa tra i venticinque ed i trentacinque anni.
- Una delle due donne ritrovate nella seconda tomba, battezzata Bl (un altro nome da extra terrestre, da "odissea nello spazio") all'epoca della morte aveva un'età compresa tra i dodici e i diciotto anni.
Giova a questo punto ricordare che
- Isabella d'Inghilterra morì a ventisette anni mentre
- Jolanda di Brienne fu strappata alla vita appena sedicenne.
Conclusione:
tra risultati dello studio paleopatologico e la storia, ci sono due precise compatibilità:
- A4 "potrebbe" essere Isabella e
- Bl "potrebbe" essere Jolanda.
Non c'è, per ora, la certezza scientifica; ma coniugando gli esiti delle analisi con le notizie storiche c’è una buona probabilità che i resti mortali di A4 e B1 siano quelli delle due imperatrici.
A prescindere da queste considerazioni, è certo che la strana vicenda che si è sviluppata attorno alle due tombe di Andria hanno proposto misteri ed aperto interessanti campi di indagine.
- Ovviamente prima di tutto: chi sono i personaggi rinvenuti assieme alle due possibili imperatrici? Perché tanti uomini? Sono stati sepolti tutti assieme o in periodi, in momenti diversi?
- Perché due donne importanti, degne di memoria — ammesso, com’è probabile, che siano proprio loro — sono state sepolte in due cofani miseri, semi abbandonati in una cripta, e non nella navata della cattedrale?
- Quali responsabilità possono aver avuto nella vicenda possibili violazioni dei sarcofagi avvenute in otto secoli di saccheggi, di invasioni, di orribili restauri… di "mala storia"?
Oggi i sepolcri sono stati religiosamente richiusi. Attendono un’altra visita; quando? Chissà!
A risarcimento di una pace turbata, di un riposo interrotto, e, perché no, della "privacy" violata, speriamo che per le due imperatrici o anche semplicemente per le sconosciute, extraterrestri A4 e Bl, assieme ai loro compagni di viaggio, d’ora innanzi la terra possa essere lieve.
Copyright © Alberto Gentile e Carlo Fornari